Ansia da prestazione sessuale nella donna

Azione educativa del consulente olista metodo Es.Pe. con una persona, di genere femminile, affetta da ansia da prestazione sessuale.
Una delle consulenze che ritengo importanti, nel mio percorso di professionista della relazione di aiuto, riguarda quella avente a che a fare con un caso di ansia da prestazione, fortemente collegata con problematiche di natura sessuale.
Prima di entrare nel vivo dell’esperienza, è necessario comprendere cosa è, realmente, l’ansia da prestazione sessuale: è una condizione mentale e psicologica di tensione, agitazione e “blocco”, che prende forma a causa di incertezza, insicurezza e preoccupazione, nei confronti del rapporto sessuale.
Le sue cause, possono essere varie e, se di alcune, possiamo esserne, pienamente, consapevoli, di altre siamo, spesso, del tutto inconsapevoli. Tra esse possiamo avere:
- timore di deludere sessualmente;
- timore di essere sessualmente inferiore;
- convinzioni errate sul sesso e sulle esigenze sessuali dell’altro genere;
- bassa autostima sessuale e mancanza di fiducia in sé stessi;
- paure legate al fatto di non saper essere capaci di produrre piacere nei confronti dell’altra persona;
- uso o abuso di alcool e droghe;
- interazione con alcuni farmaci (per esempio: ansiolitici, antidepressivi, psicofarmaci);
- convinzioni auto-limitanti (quasi sempre inconsce e molto sottovalutate);
-auto-sabotaggi inconsci (programmazione inconscia e inconsapevole al proprio fallimento sessuale).
La causa singola, o l’insieme di cause provocano, per l’appunto, un senso di incertezza e insicurezza che, molto spesso, porta a vedere, nel rapporto sessuale, una sorta di test, o banco di prova, per il dover dimostrare e/o per ricevere approvazione e, sentirsi, sessualmente, “normali”, eccezionali, o voluti e accettati. Questo, tuttavia, da forma a un’agitazione mentale e, a una tensione, comunemente, chiamata: ansia da prestazione sessuale. È importante precisare e chiarire che, l’ansia da prestazione sessuale, non è una malattia ma, ribadisco, un blocco emozionale, da ricercare nella storia della persona e del ciò che ha ereditato a livello di memorie familiari per, poi, capire quanto, quelle collettive, hanno inciso sulla persona, fin dal suo concepimento. Da precisare che, l’eccitazione sessuale, nella sua naturalezza, perciò, priva di memorie di blocco, provoca il rilascio di ormoni, impulsi chimici, neurali e bioelettrici atti nel produrre un libero senso del piacere.
Anche se, per la maggior parte delle persone, è un problema solo di natura maschile, l’ansia da prestazione riguarda, anche, le donne, ed è piuttosto diffusa. Molte recenti ricerche e sondaggi sull’argomento, rilevano che, una donna, su cinque, ne soffre e che potrebbe diventare uno dei nuovi nemici della coppia, insieme allo stress e alla routine. La donna, quindi, può vivere la sessualità in maniera problematica al pari dell’uomo ma, nonostante questo, dell’ansia da prestazione femminile si continua a parlare poco, per questioni culturali, sociali e, soprattutto, religiose.
Per la donna, l’ansia da prestazione, rappresenta una memoria ben radicata sia a livello mentale, sia a livello corporeo, rappresentando un blocco emozionale derivante dall’incapacità di lasciarsi andare e di perdere il controllo.
L’eccessiva focalizzazione sulla prestazione porta, la donna, a far prevalere la sua parte razionale su quella emozionale, impedendole di lasciarsi andare e di vivere il suo corpo e le sensazioni che le regala in quel momento. La profezia che si avvera, ossia quella dialogante con il peccato originale. Da quando la parola, è divenuta Verbo, la donna, è diventata l’elemento di disturbo, perché “ingannatrice”, la conseguenza, è stata quella di relegarla nella zona ombra del genere umano. Quindi, non affidabile, le è stato tolto l’elemento piacere regalandole, solamente, il concetto di dolore: “tu donna, partorirai nel dolore…”.
La sessualità, è il fulcro della vita, il dove tutto prende forma, bloccandola, così, si è bloccato, nella donna, la possibilità di esprimersi, soprattutto, nel momento in cui entra in gioco il piacere, con relativi effetti: perdita della consapevolezza di essere un corpo, perché considerato il corpo della vergogna; perdita della consapevolezza dell’essere sensuale; perdita della consapevolezza del significato reale di sessualità; desiderare e non volere, perché non all’altezza, subire e tacere, perdita del significato di piacere. Risultato finale: frustrazione e ansia da prestazione.
Pregiudizi consci e inconsci, mancanza di una comunicazione sana, pulita nei confronti della sessualità, condizionamenti di natura familiare, sociale e culturale, stereotipi, dogmi, tabù, il senso del peccato, l’associazione sesso con procreare, giudizi riferiti al come si pone, mancanza di complicità, influiscono notevolmente, portandola, inesorabilmente, al blocco.
Il percorso intrapreso con questa persona, di genere femminile, è stato un qualcosa di emozionante, perché vissuto, dalla stessa, in maniera intensa, profonda e consapevole del come, il blocco emozionale, interrompe il flusso energetico, al punto di alterare e condizionare la vita quotidiana della persona. Una procedura, quindi, che è stata vissuta sull’uso di due modalità di intervento: quella energetica, perciò trattando punti specifici del corpo e quella dei codici madre, quindi, sulla decodificazione della parola-codice che da forma al blocco mentale.
Un lavoro che ha mostrato in diretta il come, la paura attraverso memorie impresse, è in grado, a livello mentale, di azzerare il corpo e il viversi con il piacere di viversi. Particolare, è stata la somministrazione di codice madre, costruiti appositamente per lei, questo perché diffusori di uno stato di benessere molto intenso e non conosciuto, a livello di piacere, fino a quel momento. Al punto di aver compreso, su di lei, il cosa potesse significare avere un orgasmo naturale.
A oggi, la persona, grazie a percorso intrapreso con il consulente olista metodo Es.Pe., ha preso consapevolezza del come potersi approcciare su se stessa, di là da tutti quegli aspetti sopraesposti, al punto di essersi educata a un rapporto, più disponibile e, soprattutto, centrato su di un’autostima sempre in crescita.